Come analizzare un sito web

 

Il vostro sito è già online o state per lanciarne uno?

Assicuratevi di testarne le funzionalità, il design e la user experience perché avere un sito web usabile, dove gli utenti trovano subito le informazioni che cercano e che offre un’esperienza di interazione semplice e intuitiva, è di per sé un ottimo biglietto da visita.

Per analizzare l’usabilità di un sito è sempre un buon punto di partenza affidarsi a professionisti specializzati che effettueranno una cosiddetta “Valutazione euristica” (in inglese “Heuristic evaluation”) per valutare la UX delle vostre pagine.

Esistono tuttavia alcuni metodi fai da te, più o meno complessi da adottare senza l’aiuto di un esperto, che vi illustrerò di seguito.

 

Test utente: ha lo scopo di valutare la web usability, in termini di navigabilità e facilità di fruizione. L’usability test consiste nel proporre agli utenti dei task (compiti, azioni) da eseguire sull’interfaccia definitiva o su un prototipo del sito, analizzare i feedback e passare al redesign di quegli oggetti che durante il test sono risultati poco efficienti.  Chiaramente la scelta dei tester deve ricadere sulle categorie di utenti che visiteranno il vostro sito.

Heatmap: è l’analisi delle zone “più cliccate” dai visitatori in una determinata pagina web. La mappa di calore può essere utilizzata sull’intera pagina di un sito oppure su una funzionalità particolarmente importante, come ad esempio un form per raccogliere contatti o ricevere ordini. Analizzare il comportamento degli utenti tramite heatmap permette di capire dove ci sono dei problemi e intervenire per migliorare i risultati, per esempio cambiando la disposizione degli elementi in pagina. (Alcuni software: Crazy Egg, ClickHeat, Clickmap)

A/B test: detto anche “Split test“, consiste nel mostrare agli utenti diverse versioni della stessa pagina per verificare quale versione è ritenuta migliore. Il test dovrebbe ricadere su quegli elementi del layout e/o del contenuto di una pagina che possano presentare una variazione significativa nell’approccio ai vostri utenti. Ad esempio il titolo del box di iscrizione alla newsletter, oppure i nomi attribuiti alle voci nel menu di navigazione. Un ottimo strumento per effettuare questo tipo di test è il “vecchio” Google Website Optimizer, adesso integrato in Google Analytics (sezione Esperimenti).

A/B test

Fonte: unbounce

Analisi multivariata: detto anche “Multivariate test“, si tratta di testare simultaneamente più fattori presenti nella user interface come la combinazione di elementi diversi (es: cambiare il colore di un bottone piuttosto che il titolo, la descrizione o l’immagine), per individuare il pattern che permette il maggior ritorno. Vengono prese in considerazione diverse variabili e, dopo averle combinate tra loro, si sceglie quella che risulta avere un tasso di conversione maggiore.

Testare è un processo iterativo; ciò significa che non c’è mai un momento in cui il design di un sito web può considerarsi definitivo.

Ogni volta che se ne ha la possibilità è bene sondare a verificare con un gruppo di utenti selezionato le funzionalità presenti delle quali ancora non siamo completamente soddisfatti o le funzionalità in cantieri che pensiamo di implementare in futuro.

 

Jacopo Pasquini

Consulente e docente di marketing e comunicazione digitale, specializzato in Web Marketing e UX Design. Ho iniziato a navigare su Internet nel 1997 con un modem 56k, oggi lavoro come freelance per aziende, agenzie, università.

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2 Comments
  • Alessandro

    3 settembre 2013 at 7:08 Rispondi

    Mi piace che qualcuno ogni tanto ricordi che la web usability è una disciplina centrale nel progetto di un sito web. C’è infatti troppo spesso la tendenza a scordarlo. Buone e utili osservazioni in questo post!

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