Mobile presence: app nativa o sito mobile (responsive)?

Passa il tempo ma sempre più clienti e collaboratori mi chiedono ancora se è più opportuno fare l’app o la versione mobile del sito? In realtà la domanda è mal posta perché, dal mio punto di vista, non sono scelte mutuamente esclusive.

Mi spiego meglio, iniziando dalle due definizioni.

Mobile site – È la versione del sito ottimizzata per smartphone e tablet a cui si accede tramite browser del device, navigando in un sito che offre funzioni simili a quelle di un’app. L’ideale è adottare la moderna tecnica “Responsive design” che permette di adattare automaticamente l’interfaccia alla dimensione dello schermo nella quale viene visualizzata, web o mobile che sia:

ebay mobile site

App nativa – È l’applicazione specifica per una piattaforma (es: iOs, Android) e viene installata nel device analogamente ad un software installato su un PC:

ebay app

Appare quindi necessaria una mobile strategy opportuna e specifica per ogni situazione di business:

mobile site vs app by doctor brand

Qualunque sia la vostra scelta, oltre a promuovere l’app e il sito mobile nel website tradizionale, rimane una buona idea quella di richiamare e “cross-linkare” continuamente il download dell’app dalla navigazione mobile browser:

available on the app store

 

Jacopo Pasquini

Consulente e docente di marketing e comunicazione digitale, specializzato in Web Marketing e UX Design. Ho iniziato a navigare su Internet nel 1997 con un modem 56k, oggi lavoro come freelance per aziende, agenzie, università.

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4 Comments
  • Enrico M.

    26 marzo 2013 at 8:37 Rispondi

    Bell’articolo, ma vorrei sottolineare che su un paio di punti la tua analisi è parzialmente inesatta:
    – da molto tempo le applicazioni web hanno accesso anche al sensore gps (tramite l’interfaccia js “navigator.geolocation” formalizzata con html 5);
    – da ancora più tempo le web app possono dire al browser quali risorse memorizzare localmente (tramite il cosiddetto file “manifest” – sempre formalizzato con html 5).

    Pochi anche i limiti alla user experience, considerando che librerie javascript avanzate (jquery, scritaculous, etc) consentono effetti visivi complessi quanto quelli delle app native, godendo fra l’altro anche dell’eventuale accelerazione del coprocessore grafico del dispositivo.

    Il limite fra i due mondi è dunque sempre più labile, specie quando si incrociano in progetti come Phonegap/Cordova (sponsorizzato nientemeno che da Adobe).

    • Jacopo Pasquini

      26 marzo 2013 at 8:58 Rispondi

      Wow, grazie per le precisazioni tecniche Enrico!
      PS: complimenti per Flecta (http://www.flecta.com/) e visto che siamo vicini magari possiamo collaborare, no?

      • Enrico M.

        26 marzo 2013 at 9:04 Rispondi

        Certamente!

        Ci siamo incrociati tramite Maurizio (UniSI) in uno dei corsi che organizza periodicamente, ed anche se ora opero fisicamente dal Trentino, sono in Toscana periodicamente… Inoltre, internet annulla le distanze geografiche! ;^)

        Buon lavoro!

        ps: nel sito mancano diverse cose interessanti fatte recentemente sul fronte Interaction Design e sviluppo software e hardware… ma si sa che il calzolaio va sempre in giro con le scarpe rotte, no?

        • Jacopo Pasquini

          26 marzo 2013 at 9:23 Rispondi

          Chiaro, sempre, ma tu spara pure senza pietà perché c’è sempre margine di miglioramento: ad es, sulla mancanza del responsive già lo so bene… 🙂

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