Digital media visti dalle imprese e dalle persone

Qui si fanno i conti senza l’oste. Imprese da una parte e persone dall’altra approcciano i media digitali sempre più in divergenza.

Sulla validità della classificazione di earned, owned e paid media si è già discusso ampiamente sul web (dal 2009), per cui vi rimando a una bella query su google.

In questa sede può bastare lo schema Forrester Research che ci aiuta a contestualizzare la tematica:

Ora possiamo analizzare come, secondo me, le aziende vedono il mondo dei digital media, racchiudendo il grafico nelle due polarità “Fiducia” e “Controllo”:

Ma cosa ne pensa chi abita la rete? Avrà lo stesso punto di vista delle imprese?

No, decisamente no. Il disallineamento è palese.

Sintetizzando, l’assunto di base è che i brand governano la loro web presence con logiche abbottonate su rassicuranti spazi mediatici proprietari, sopravvalutandoli troppo rispetto ai rischiosi spazi conquistati e conquistabili dalla conversazione.

Le persone invece vivono l’esperienza partecipativa sui new media in modo naturale, quasi di default; nei social network, nei blog o in un semplice ranking ripongono fiducia perché la piattaforma di comunicazione stessa nasce peer-to-peer. Display e qualsiasi altra forma di advertising push vengono sempre più screditati per sovraffollamento e per imparzialità della fonte del messaggio.

E voi cosa ne dite? Siete dalla parte del brand o dalla parte delle persone?

Jacopo Pasquini

Consulente e docente di marketing e comunicazione digitale, specializzato in Web Marketing e UX Design. Ho iniziato a navigare su Internet nel 1997 con un modem 56k, oggi lavoro come freelance per aziende, agenzie, università.

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