La conversazione è morta, lunga vita alla conversazione
Se è vero che da dodici anni i mercati sono conversazioni, è vero anche che dopo dodici anni non tutte le aziende l’hanno ancora capito.
E da quando si è scatenata la recente “social mania” e il “presenzialismo web” a qualsiasi costo, la situazione è definitivamente degenerata.
Sulla spinta di numeri di utilizzo mondiali incredibili, la “corsa all’oro-social” per chi fa branding è solo agli inizi: gli investimenti forti devono ancora arrivare.
Nel frattempo milioni di persone, già connesse fra loro, sono subissate online dal proliferarsi di sempre nuove presenze aziendali, da mirabolanti overlay promozionali e da tanto rumore di fondo.
Bisogna far capire alle imprese, soprattutto a quelle medio-piccole, che nell’era human-media:
- essere sui social non è obbligatorio
- meglio stare fuori dai social, piuttosto che gestirli male
- gli ambienti di comunicazione web si stanno moltiplicando
- parlare così tanti nuovi linguaggi non è banale
- si possono comprare o affittare banner ma non l’engagement delle persone
- la strategia social va costruita intorno a specifici punti di differenziazione
- i prodotti e servizi di qualità sono un requisito
- i contenuti rilevanti sono un altro requisito
- il copia/incolla del comunicato stampa su facebook rivela scarse competenze
- fare conversazione non significa mettere un logo in una pagina facebook
- la conversazione è per definizione bidirezionale
- le tecniche mass-mediatiche non funzionano, figuriamoci se applicate sui social ormai mainstream
Vedere l’advertising non-convenzionale annoiare ogni giorno di più, deve far riflettere. Sappiatelo, lo stesso social media marketing, senza una strategia alle spalle che migliora la vita delle persone, non ha futuro e sta già progressivamente perdendo di efficacia.
Facciamo “invertising nella conversazione” o morirà prematura. Causa del decesso: overdose da push-marketing.
E’ servito più di mezzo secolo per liberarci dal broadcast tradizionale: teniamo pulito il web!
P.S.: Un enorme grazie a Nino Gualdoni, autore del titolo di questo post e fonte continua di stimoli e suggerimenti.
Salvatore Menale
25 gennaio 2011 at 14:38Sicuramente Lunga vita alla conversazione !
Concordo con te sull’opportunità di conversare tramite i canali Social purchè lo si faccia nel modo giusto.
Ed allo stesso tempo meglio non esserci: che senso ha avere ad esempio un canale twitter e lasciarlo senza commenti, tweets ed interazioni? L’unico senso che mi viene in mente è quello di offire la consapevolezza ai tuoi followers che non hai ancora capito come comunicare con loro…
Ciao,
Salvatore