Facebook Open Graph, Social plugins, Like Button, ranking e costruzione della fiducia
Nella conferenza F8 di San Francisco, Facebook ha annunciato la potenziale esportazione in qualsiasi territorio digitale della propria esperienza di navigazione.
Tutto ciò ha un nome: Facebook Open Graph.
In pratica ogni sito può incorporare dei Social Plugins (Like Button, Recommendations etc) che permettono ai navigatori di interagire su Facebook senza loggarsi. Il web si integra totalmente con il social network.
Considerazioni a caldo
- Mi spaventa l’invasione di privacy
- Mi spaventano le potenzialità di pervasività e trasversalità nella condivisione del contenuto
- Mi spaventano gli enormi risvolti sull’e-commerce
- Le parole chiave diventano Share e Like. Accanto alle icone social media vedremo spuntare come funghi i social plugins
- A breve vedremo un Like Button accanto ai feedback di ebay e accanto alle recensioni di amazon. Un Social Plugin, affiancato al ranking degli utenti (magari tra i quali troviamo un amico “influente” per noi) genera una miscela esplosiva di credibilità, autorità e quindi fiducia
Ci sono brand che non sono rimasti a guardare ed hanno già messo a lavoro i propri tecnici.
Sephora e-commerce:
Levi’s nello store…
…e nella pagina facebook (tra l’altro molto bella ed interattiva), nel tab “Style”:
Hanno trattato recentemente l’argomento anche Alessio Jacona, Matteo Stagi, Stefano Maggi, Vincenzo Cosenza e Simone Lovati. E voi cosa ne dite???
Se vi è piaciuto il post sapete cosa fare qui sotto… 🙂
Stefano Maggi
24 aprile 2010 at 16:57Bella raccolta di prime case history. Credo che questo cambiamento possa essere anche un’opportunità in più per l’eCommerce… Non solo una potenziale invasione della privacy (che comunque è basata su permission / “opt in”), cosa ne pensi?
Doctor Brand
24 aprile 2010 at 17:04si, stefano
benefici x l’e-commerce nel processo di acquisto…vedere altri amici/influencer che approvano un certo prodotto rassicura le eventuali intenzioni di acquisto.
nn credo però nella manipolazione, quanto piuttosto nel rinforzo dell’attegiamento.
è un doctor che tende alla psicologia della comunicazione stasera… 🙂
P.S.: ho dimenticato il post di Nicola Greco, lo aggiungo qui
http://nicolagreco.com/facebook-opengraph
Dario Ciracì
25 aprile 2010 at 7:30ciao jacopo,
noto che anche tu sei come me un po’ preoccupato sulla questione privacy.
Quello che mi chiedo io, è quali scenari potranno aprirsi, e ne ho pensati 2 su cui voglio chiedere il tuo parere:
1) invasione della privacy = disincentivo per gli utenti a mettere “mi piace” a tutto. Attualmente per l’utente medio c’è poca chiarezza sulla questione privacy e poca fiducia;
2) il secondo è un’ ipotesi un po’ più complessa: io mi chiedo se a lungo andare, tutto ciò non possa andare a sfavore del social media marketing, materia che sta emergendo adesso, facendo percepire tutta questa social invasion come spam e renderla simile al marketing di interruzione teorizzato da Godin.
In sostanza, se continua così, potrebbe anche accadere che da strategia alternativa e innovativa, il social media marketing vada ad allinearsi alle politiche di comunicazione di marketing in voga nel secolo scorso, spot tv, radio, stampa, facendo perdere di efficacia la strategia e non riuscendo più ad attirare l’attenzione del consumatore/utente.
Quello che voglio dire è che l’utente alla fine capirà che se vede i suoi dati e quelli dei suoi amici sparsi ovunque nella rete è per finalità di marketing, e si sa che l’utente utilizza la rete e i social network per divertirsi e cercare alternative al mondo off-line; detesta le attività di marketing e l’eccessiva presenza dei brand nei social network. Anche perchè non è nello spirito di Facebook, che è nato per far trovare i propri vecchi amici e non di certo come piazza di mercato.
Tu cosa ne pensi? Bisognerà aspettare qualche anno per vedere come andrà 😉
Federico Neri
26 aprile 2010 at 10:40Ciao Dario,
Sul punto 2 penso che il “social media marketing” si differenzi per il modo in cui interagisce con il consumatore, mentre il fine rimane invariato ai soliti aspetti, altrimenti non si chiamerebbe “marketing”.
Quindi stà nelle aziende, o a chi opera per loro, creare un coinvolgimento/messaggio non troppo invasivo e generare un incentivo utile e interessante per l’utente.
Direi che è utile considerare sempre parole come “coinvolgimento”, “big idea” e “valore per l’utente”..
Se queste mancano allora viene a mancare anche l’aspetto “social”..
Almeno questa è la mia idea.. 🙂
Comunque con “l’utente utilizza la rete e i social network per divertirsi e cercare alternative al mondo off-line” hai toccato un problema molto ricorrente e importante nella creazione di una campagna social.
Doctor Brand
26 aprile 2010 at 12:23@dario, @federico: si, mi piace il vostro ragionamento e rilancio considerando che la tentazione di qualche azienda è utilizzare i social media come se fossero strumenti di marketing tradizionale…alla fine si tornerebbe, appunto, all’interruption.
Federico Neri
26 aprile 2010 at 10:17Ciao Jacopo,
molto interessanti le case.. Direi che capitano a puntino visto che stò lavorando sul lancio di un nuovo ecommerce! 😉
Per quanto riguarda le “paure”, invece, sono un pò più ottimista.
Però ho verificato le impostazioni sulla privacy e mi sono sembrate invariate..
Ecco se devo fare un appunto a Facebook è proprio questo, si dovrebbe avere il controllo su chi può visualizzare i nostri Like “esterni”, tipo a quella o a quell’altra lista di amici.
Per il resto starei a vedere cosa succede e come reagisce la gente, per poi trarre delle conclusioni.
Dobbiamo ricordarci che siamo noi stessi a gestire la nostra privacy e per ogni azione che compiamo, anche sul web, dobbiamo essere consapevoli delle “conseguenze”.
Che ne dici?
Doctor Brand
26 aprile 2010 at 12:26Certo, la consapevolezza è alla base…ma se la tecnologia porta quasi in modo automatico a compiere azioni beh li parliamone!
Un conto è fare click su un like, un conto è ritrovarsi iscritto ad una pagina dopo aver fatto click su un like trovato accanto ad un prodotto in uno shop online 🙂
Federico Neri
26 aprile 2010 at 12:46Bè, sto studiando lo shop di Levi’s e ho fatto sia un Like, sia un Like con commento, ma per il momento non mi ha ancora iscritto (ex fan) alla pagina di Levi’s su Facebook.
Da quello che vedo le due cose rimangono separate..
E ill link che appare in bacheca è quello al prodotto sull’ecommerce esterno..
Doctor Brand
26 aprile 2010 at 13:00corretto, ho provato anche io…rimangono 2 cose separate nel levi’s store
la cosa strana è che se provo nel mio profilo facebook a cancellare:
“A Jacopo piace 501® Original Jeans – Rigid Rinse.”
mi dice:
“Impossibile nascondere la notizia.”
Cavolo!!!
Anche a te???
Federico Neri
26 aprile 2010 at 13:19Hum.. Strano! Ho provato sul mio e me lo ha fatto cancellare senza nessun problema..
Ho verificato anche che il Like sì può togliere direttamente dalla pagina prodotto, ricliccando sul bottone.
Infine il Like, puro, rimane visibile solo sulla bacheca profilo, mentre il Like con commento passa al news feed.. E qui devo correggermi sul primo commento, perchè le attività come gli interessi, ecc. possono essere gestite dalle impostazioni della privacy.. (es. amici, reti, ecc.)
Quindi sembra tutto ok per il momento..
Magari il caro Zucky potrebbe lanciare una guida/tutorial chiara sui cambiamenti e su come gestirli, soprattutto per la maggior parte delle persone che non fanno il nostro lavoro..
E che non hanno tempo di giocare con questi esperimenti.. 😉
Doctor Brand
26 aprile 2010 at 13:54Yes, il secondo click sul like della pagina di prodotto annulla tutto…
Facciamo una petizione per il tutorial, altrimenti con prove e riprove ci troviamo sommersi!!! 🙂
Doctor Brand
26 aprile 2010 at 14:33Si parla di “Social commerce” anche qui:
http://www.ambito5.com/blog/social-media-mkt/2010/04/social-shopping-il-futuro-e-gia-qui/comment-page-1/#comment-28
Gianluigi Zarantonello
28 aprile 2010 at 7:18Ciao Jacopo, ciao a tutti, anche io trovo che ci sia un potenziale rischio privacy, anche se nessuno mi toglie dalla testa che non è il medico che ci ordina di fare sharing e basta farlo con la testa.
Dunque credo che prima di tutto vada fatta educazione agli utenti sulle possibili conseguenze delle loro azioni su social (http://internetmanagerblog.com/2010/02/22/la-tutela-della-privacy-sui-social-network-problemi-opportunita-e-riflessioni/).
Per le aziende trovo che i social plugin siano un buon modo di potenziare la propria comunicazione a patto di:
a) seguire una strategia
b) non appiattirsi solo su Facebook
c) non trascurare la raccolta di lead e in generale il proprio webmarketing
Trovate il mio parere completo qui: http://internetmanagerblog.com/2010/04/26/i-social-plugin-di-facebook-e-la-comunicazione-delle-aziende/