Il futuro della pubblicità: da Fantozzi al prosumer

Fantozzi davanti alla TV, c’è Italia-Brasile, frittatona di cipolle, familiare di Peroni ghiacciata e rutto libero. Il prototipo dello “spettatore” televisivo passivo e con un’attenzione estrema, quasi ipnotica, anche e soprattutto nei confronti della pubblicità; bei tempi? Dipende dai punti di vista…



Oggi le cose sono profondamente diverse e non solo per il mezzo televisivo. Quello che rimane invariata è la forte esposizione (awareness indifferenziata) al messaggio; quello che cambia sono i ruoli, sia di del broadcaster che dello “spett-autore” che diventa un prosumer attivo. E non è roba da poco!
Quindi l’advertising, così come la conosciamo, è destinata a morire?
No, certo che no. Casomai si trasforma.
E Come? Così per esempio:

  • integrazione totale tra pubblicità e web 2.0
  • multidevice, cross-medialità e convergenza dei mezzi (con un occhio attentissimo al mondo mobile)
  • intrattenimento ed esperienza multisensoriale (advertainment)
  • forte vocazione online
  • sempre più mirata e utile, sempre meno intrusiva e indistinta
  • pronta ad osare per sorprendere
  • dalla persuasione alla relazione
  • media mix integrato on/offline



L’immagine sopra, trovata nel blog di Stefano Principato, specifica ulteriori differenze.
Come tutte le grandi trasformazioni, il fenomeno porta con sé un processo lungo e articolato: la selezione naturale farà il suo corso.

Jacopo Pasquini

Consulente e docente di marketing e comunicazione digitale, specializzato in Web Marketing e UX Design. Ho iniziato a navigare su Internet nel 1997 con un modem 56k, oggi lavoro come freelance per aziende, agenzie, università.

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