Cosa i social media NON possono fare
Diciamocelo: oggi se la tua azienda, seppur piccola, non ha un blog e non è iscritta in almeno 45 social network diversi è “out”, anzi (peggio) è “web 1.0”. Il problema è che non basta raccontarsi di voler fare social media marketing, occorre farlo davvero; e non è così facile e banale. Non basta registrarsi ufficilamente ai [suddetti] 45 social per vivere sereni e attendere il report di monitoraggio: il lavoro nei new media è duro, quotidiano e faticoso. Iscriviti ai feed, condividi, posta ovunque, segui i tuoi mille contatti sparsi nei vari aggregatori (a proposito, come cazzo si fa a seguire 1.000 followers?), vola da una fan page all’altra e perditi in una sessione di totale serendipity. Alt, fermate il mondo voglio scendere!
In breve, dalle panacee di marketing siamo arrivati alle panacee dei social.
Il web 2.0 vive quotidianamente nella sbornia collettiva dei social network, per cui mi fa molto piacere postare le 10 cose che non possono fare:
1. Sostituire una strategia di marketing
2. Avere successo se dietro non ci sono manager capaci di entrare in relazione col cliente
3. Essere visti come un progetto a breve termine
4. Produrre in fretta risultati significativi e misurabili
5. Essere «fatti in casa»
6. Rinfrescare velocemente l’immagine o riparare la reputazione danneggiata di un’azienda
7. Essere realizzati senza un budget realistico
8. Garantire automaticamente vendite o influenza
9. Essere realizzati da «ragazzini» che conoscono i social media in quanto «nativi digitali»
10. Sostituire le PR
Torniamo con i piedi per terra e rimbocchiamoci le maniche: le opportunità ci sono, sta a noi sfruttarle in modo professionale. Trovato qui, se ne parla anche qui.
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