Barilla, Gay e Crisis Management
“Mai uno spot con famiglie gay, se a qualcuno non va, mangi un’altra pasta.”
(Guido Barilla)
Per chi si fosse perso la bomba mediatica dell’anno, offro gentile riassunto.
Pre-homepage nel sito di gruppo di scuse, parole e video di scuse, miliardi di bit di scuse, epic fail, crisi epocale sui social media da gestire, indicatori di reputation a picco, GB facili per corsi di formazione, missile sulla brand equity e sugli acquisti, ironia, boicottagio, #boicottabarilla, #boycottbarilla, chi sta con Barilla perché hanno travisato le sue parole, chi si indigna – tanti -, quelli che la famiglia nel 2013, la Chiesa (e ora chi gliela spiega questa al Papa?), affare di stato che diventa planetario in qualche minuto, parodie, foto, video, tweet, post di blogger, chi dice che si scusa troppo, gli omofobi che anche loro ora sono incazzati con lui perché è passato alla difesa dei gay (oh, non ne accontenta uno, fermatelo!), i comunicati stampa appiccicati anche nei cessi dell’Autogrill, la concorrenza in pieno sciacallaggio pubblicitario borderline da finti amiconi di sempre del popolo omosessuale (perché non le hanno fatte anche prima campagne così azzardatamente pro-gay?), agenda setting italiana che parla di tutto tranne che dei problemi veri del paese.
Da umile comunicatore, la penso semplicemente così:
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